IMU coniugi: doppia esenzione legittima
Nuovo ribaltone sul capitolo IMU riguardante la doppia esenzione per coniugi residenti in Comuni differenti, abolita dal Decreto fiscale 146/2021 di supporto. In pratica una sentenza della Corte Costituzionale (la 209/2022) non ha approvato quella stessa norma che aboliva la possibilità del doppio beneficio (rimasto valido fino al 2021) basandosi sul presupposto che per contrastare dei comportamenti illeciti non si può andare a ledere l’interesse che, comportandosi onestamente, hanno invece tutto il diritto a ricevere certe agevolazioni. La questione è una delle più dibattute nel mondo dell’imposta municipale nata nel 2012 col montiano Decreto Salva-Italia; adesso però, con questa sentenza, si può sperare che sia stata messa una definitiva parola “fine”.
Detto brevemente, secondo la Corte marito e moglie, che per le più disparate esigenze si trovino a risiedere in due Comuni differenti, hanno comunque diritto all'esenzione IMU su entrambi gli immobili. Come accennavamo, questa doppia esenzione in realtà già esisteva. È infatti rimasta in vigore sino al 2021, proprio sulla scia d’una disputa giurisprudenziale, il Decreto fiscale 146/2021 – annesso alla Legge di Bilancio 2022 – ha pensato di inserire tutti d’accordo con la scelta tranchant di uniformare il trattamento IMU delle coppie coniugate con doppia residenza, prescindendo così dalla collocazione delle due unità abitative. Questa decisione ha prodotto una situazione alla quale sia i coniugi con doppia residenza nello stesso Comune, che quelli con doppia residenza in Comuni diversi, hanno dovuto attenersi al regolamento di scegliere su quale delle due abitazioni applicare l’esenzione IMU, pagando il tributo sull’altra.
Come noto, ai fini dell’IMU, viene definita “abitazione principale” l’unità abitativa alla quale il possessore ed il suo nucleo familiare non solo dimorano abitualmente, ma risiedono anagraficamente, circostanza che appunto garantisce la totale esenzione, a meno che, il fabbricato non sia classificato in una delle categorie catastali “signorili” (A/1, A/8 e A/9), che, in ogni caso godono di una tassazione di favore rispetto alle normali seconde case.
Proprio sulla base di questo principio, ci si è posti all’origine la questione delle coppie con doppia abitazione. L’assetto regolamentare che ne era fuoriuscito, altresì ampiamente dibattuto, prevedeva dunque la possibilità di applicare la doppia esenzione per le coppie residenti in Comuni diversi, mentre per coloro che risiedono in due abitazioni nello stesso Comune l’esenzione sarebbe stata applicata solamente su una delle due. E così si è proseguito fino a dicembre 2021, quando appunto col Dl fiscale si è presa decisione di omologare le suddette regole.
È su questo, a distanza di un anno circa che è arrivata la bocciatura della Consulta. Secondo i giudici si è trattato di una scelta anti-costituzionale perché contraria all'articolo 31 su cui riportato “la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia”. Affermano i togati che, negare la doppia esenzione IMU ai coniugi che per esigenze realistiche non possono fare altro che occupare due abitazioni in Comuni diversi, sarebbe un ostacolo alla formazione e all’equilibrio dello stesso nucleo. Il fatto è che molti altri approfittino della stessa regola agevolativa per fare i “furbi”, dichiarando così una doppia residenza invece, in realtà abitano nella stessa casa, non è motivo sufficiente per limitare il diritto di chi, della stessa, ne beneficia onestamente. Dev’essere quindi cura dei Comuni competenti la vigilanza sulle singole situazioni dove potrebbero verificarsi dei casi di abuso.