Il Sinalp Sicilia risponde al Presidente del Veneto Zaia: “Stanchi di subire continui attacchi e denigrazioni”
Il Presidente Veneto Zaia in un articolo a firma di Lo.S. sul quotidiano milanese Libero di oggi 14/09/2019 si chiede perché la Sicilia è Autonoma ed il Veneto no.
Da un pò di tempo si è intensificato l’attacco mediatico del nord verso il Sud e la Sicilia in particolare ed a questo punto è importante poter dare una risposta al Presidente Zaia visto che almeno Lui ha avuto la dignità di esplicitare e non nascondere, il livore verso la nostra terra, la Sicilia.
Tra i tanti motivi del perché la Sicilia si ed il Veneto no possiamo dichiarare che l’attuale Nazione Italia, sommando il periodo monarchico con quello repubblicano, ha un’esistenza di appena 158 anni, una bazzecola, un “attimo” rispetto al Regno di Sicilia che è esistito per quasi 700 anni ininterrottamente, che sommati al periodo del Regno delle Due Sicilie raggiunge 750 anni di vita.
La Sicilia ha il Parlamento Democratico più antico ed ininterrottamente funzionante d’Europa e probabilmente del Mondo; Il Veneto non credo, tranne una breve (rispetto al Regno Siciliano) seppur importante esperienza della Repubblica di Venezia, anche se tale repubblica si sviluppava più sugli attuali Stati dell’ex Iugoslavia che sul territorio dell’attuale Veneto.
La Nazione Siciliana ha subito una vergognosa aggressione da parte di un altro Stato e dal 1861 ha combattuto, per riconquistare la sua indipendenza, per oltre 10 lunghi anni una atroce guerra, subendo anche la chiusura ininterrotta delle sue scuole affinchè si potesse sradicare il concetto steso di Nazione Siciliana e senso di appartenenza ad uno Stato che, tra pochissimi in Europa, vanta ben due suoi Re nominati Imperatori del Sacro Romano Impero e sepolti nella maestosa Cattedrale di Palermo a dimostrazione dell’importanza raggiunta nell’Europa delle grandi monarchie.
Questi 10 anni sono riportati in tutti i testi di storia italica come “il periodo del brigantaggio” un vergognoso falso storico che nasconde una guerra di 10 lunghi anni che vide contrapposti i soldati e il popolo duosiciliano contro l’invasore italico/piemontese, nascondendo le vergognose atrocità commesse dalla nascente Italia verso i Duosiciliani arrivando anche ad istituire i primi lager al mondo che per inciso non furono i tedeschi ad inventarli. Per tutti vogliamo ricordare la Fortezza di Fenestrelle in Piemonte, dove morirono tra atroci sofferenze milioni di uomini e donne del sud e della Sicilia, una vergogna che ancora aspetta le scuse dell’Italia.
Chiaramente nei testi di storia, scritti per il consumo delle menti italiche, di tutto questo non si fa alcun cenno ribadendo sempre il continuo ed ininterrotto lavaggio del cervello degli italiani ignari e continuando nella distruzione del concetto stesso di orgogliosa appartenenza dei siciliani.
La Sicilia è sempre stata Nazione, tranne brevi periodi nel corso della sua millenaria storia.
Siracusa è stata per centinaia di anni la Capitale del mondo ellenico in sostituzione della decaduta Atene. Siracusa e la Sicilia non erano colonie greche per come ci indottrinano i falsi testi storici ad uso e consumo dell’italia.
L’attuale Statuto Siciliano, Carta Costituzionale al pari di quella italiana, approvato nel 1947, un anno prima della stessa Costituzione Italiana, riconosce di fatto la Sicilia come uno Stato federato all’Italia.
Purtroppo noi Siciliani ci siamo fidati della buona fede dello Stato Italiano e ne siamo rimasti prigionieri visto che l’Italia ha sempre impedito l’attuazione degli articoli più importanti della nostra Carta Costituzionale.
Oggi è facile per le regioni del nord dichiarare il sempre più pressante slogan “vogliamo trattenere il 90 per cento delle “nostre tasse”, e non soddisfatti di questo slogan truffaldino chiedere anche di gestire direttamente la “spesa storica” altra truffa verso il sud e la Sicilia.
Il Veneto e la Lombardia vogliono trattenere e quindi regionalizzare il reddito che le imprese, con sede giuridica nelle loro regioni, producono.
Ma non dicono che queste imprese, con sede giuridica nei loro territori, in realtà producono reddito e quindi prodotto interno lordo e quindi benessere grazie a tutti i cittadini delle altre parti d’Italia e della Sicilia.
Per essere ancora più chiari l’Eni ha sede giuridica in Lombardia ma le raffinerie ed i pozzi di petrolio sono in Sicilia; in Sicilia produce ricchezza ma drena gli utili e le tasse in Lombardia togliendo ai siciliani e questo è solo un esempio tra i tanti.
L’altro slogan di voler cristallizzare la spesa storica nella realtà significa certificare quanto avviene da 158 anni senza più lasciare nemmeno la speranza che un giorno questa truffa possa terminare.
Truffa perché non ha alcuna motivazione logica investire sempre oltre il 70% dei finanziamenti per infrastrutture ed altro al nord e lasciare il residuo al resto d’Italia e ancora meno alla Sicilia.
Altro esempio? E’ caduto il ponte Morandi a Genova (piena e totale solidarietà verso gli amici genovesi) e lo Stato tempestivamente, in meno di un anno ha ripulito il sito delle macerie, ha espropriato tutti quei palazzi che erano stati costruiti sotto il ponte, ma siccome siamo al nord non si è parlato nè di probabile abusivismo nè di probabile rilascio facile e temerario di concessioni edilizie, ed ha già iniziato i lavori per la ricostruzione. In Sicilia quasi 6, dicesi sei, anni fa cade il ponte sull’autostrada Palermo Catania e l’Anas, quindi Roma, quindi lo Stato, proprietaria e gestore dell’importantissima arteria autostradale, ancora oggi sta “allisciando” i terreni circostanti senza alcun inizio di ricostruzione. Due pesi e due misure. L’Italia è il paese del doppiopesismo.
Ecco perché la Sicilia ha il sacrosanto diritto di rivendicare e pretendere la sua completa autonomia, l’essere nazione e chiedere che la nostra Carta Costituzionale venga o applicata per intero trasformando la nostra isola nel traino economico dell’Italia.